ILsottoSKAla: sala prove

Il sottoSKAla prove nasce dal progetto U-topi-a partito nel 2001, che ha visto la realizzazione di 3 compilation autoprodotte che raccolgono il frutto di circa 10 anni di attività della sala prove autogestita SKA; 30 gruppi, 40 brani, una mini tournè, incontri su tematiche quali copyleft e metodi alternativi di tutela artistica, materiali informativi, una sala prove autogestita e la costruzione di uno studio di registrazione all’interno del c.s.o.a. Officina99! 

QUESTO è IL PROGETTO UTOPIA:

Crediamo fortemente che quella dell’espressione musicale sia un’esigenza fortissima oggi più che mai tra le strade della nostra città, che esprime soprattutto tra i più giovani, la voglia di resistere a un mondo entro cui non ci riconosciamo.

QUANDO INIZIA UTOPIA TUOUR?

Nel maggio del 2000 a Napoli.
E, ne siamo sicuri, potrà non avere un termine.
Un’avventura che prende l’avvio in realtà molto tempo prima.Nel sottoscala del Laboratorio Occupato SKA a Napoli, occupato nel 1994 a seguito del movimento nelle università, viene messa sù dal 1996 una sala prove autogestita.
All’interno dello Ska, rappresenta, da quel momento, uno degli elementi di maggiore continuità anche per chi, a qualsiasi ora del giorno e della notte, passeggiando per strada sente uscire suoni a volte cupi, a volte fragili da sottterra.

Due concerti di autofinanziamento, tenutisi grazie al contributo di alcuni artisti napoletani, nel cortile della facoltà di architettura, sono bastati ad attrezzare la sala che da allora si autosostiene e si autogestisce con un piccolo contributo mensile di chi la utilizza e ne coordina l’andamento in una riunione anch’essa mensile, capace finanche di sostenere in alcuni momenti progetti esterni alla sala stessa.
E’ la denuncia della assurda condizione di (in)agibilità in cui versano a Napoli gli spazi per la musica. Le poche sale prove disponibili in città hanno peraltro costi inaccessibili a giovani ed adolescenti desiderosi di fare musica, nel tentativo che ad essa venga riconosciuta una valenza innanzitutto culturale e non da fenomeno commerciale come un po’ tutto in città sembra avviato a diventare: alla ridicola diffusa richiesta del “poliziotto di quartiere” viene quasi voglia di contrapporre quella della “sala prove autogestita di circoscrizione”, ma questa è poca cosa per chi fa politica sul territorio…
Da parte loro i “locali” dove si fa musica in città, sono disposti a mettere in campo solo poche risorse per la musica live, rispetto a soluzioni di un sicuro e più im-mediato consenso (DJ alla consolle e via dicendo, serate anni ’70, ’80, ’90 o altro sempre uguali a se stesse, sufficienti per un pubblico oramai assuefatto che non chiede di più).

La sfida lanciata da questa esperienza musicale, consapevole delle reali risorse di spazi abbandonati ed inutilizzati, della reale complessità del territorio e dei suoi attori, guarda ben oltre quegli spazi “per il consumo innanzitutto, ma anche per la produzione di musica …”con cui il Piano Urbanistico Esecutivo per Bagnoli tenta di rilanciare Napoli come capitale della musica. La costruzione di “grandi strutture specializzate” costituirà l’ulteriore avallo alla politica sempre più in voga in città, di creazione di eventi di grande richiamo (multinazionali, business e rockstar), ma rari ed a costi inaccessibili
L’utilizzo delle risorse presenti sul territorio, imposte all’esperienza quotidiana delle persone da eventi dal forte valore comunicativo  su di un’area dalle ben più interessanti caratteristiche naturali già date, vedi parco, termalismo e balneazioni, è di fatto, al momento, ancora impedita alla stragrande maggioranza di chi fa musica o di chi voglia organizzare manifestazioni musicali diverse dal grande ‘evento’ speculativo-commerciale.

Da parte nostra rivendichiamo alla musica la sua unica valenza: quella di strumento di libera espressione, di riproduzione culturale e detonatore di scintille per forti rivendicazioni di carattere sociale e politico, così come la cultura musicale di cui siamo eredi ci insegna, capace di attecchire dove gli spazi abbandonati possono essere oggetto di riappropiazione,
sinceramente disinteressata ad abili tranelli.

Il sottoSKAla vuole essere il posto dove i desideri sono realizzati insieme, in condivisione e in autogestione di spazi e idee musicali e politiche; è un luogo dove il tempo si ferma, ci si libera dalla frenesia cittadina e si lavora con passione. Non è un servizio di cui usufruire, ma un progetto da portare avanti in cui credere con la responsabilità di chi conosce il reale valore della musica indipendente per dimostrare cosa si può realmente fare (al di là di tutte le chiacchiere possibili) grazie all’autorganizzazione e alla voglia di sottrarsi al monopolio del sistema musicale e alla mafia della SIAE.


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GLI SPAZI OCCUPATI NON SI TOCCANO