Collettivo autorganizzato degli operatori sociali
“La nostra esperienza nasce 10 anni fa, da un gruppo di operatori sociali che riflettevano sulla condizione perenne di precarietà nella quale si trova il nostro settore e di come agire per rivendicare diritti di stabilità lavorativa e retributiva, assieme a programmazioni ed investimenti sul sociale, in grado di rispondere al reale bisogno dei nostri destinatari e rendere stabili i servizi, uscendo dalla perenne sperimentazione che si traduce in progettazioni a tempo, incapaci di dare certezza alla nostra offerta.
Coscienti di non poter essere rappresentati dagli enti per cui lavoriamo, con i quali troppo spesso si sono intrecciate esigenze divergenti, soprattutto nelle forme e nell’intensità delle iniziative contro i referenti istituzionali, colpevoli della precarietà nostra e delle fasce sociali che raggiungiamo con le nostre attività, abbiamo rivendicato un nuovo protagonismo degli operatori sociali, privilegiando la nascita di reti dal basso per proseguire le nostre lotte. Negli anni, abbiamo praticato innumerevoli iniziative contro lo stato di precarietà del nostro lavoro, puntando, da un lato, a rappresentare il nostro lavoro (spesso confuso col volontariato), dall’altro strutturando una piattaforma rivendicativa condivisa, allargata a reti nazionali, capace di coinvolgere anche i destinatari delle nostre attività.
Oggi, siamo impegnanti in una vertenza decisiva contro lo stato di crisi del sociale nella nostra regione che significa stipendi arretrati di svariati mesi, chiusura di attività fondamentali per la cittadinanza, disoccupazione per centinaia di lavoratori, nessuna certezza per il futuro lavorativo, in conseguenza dei tagli governativi alla spesa sociale e dall’assoluta indifferenza di Regione ed Enti locali nell’intervenire con proprie risorse e con una programmazione responsabile.
La conseguenza è un ciclo di lotte, molto dure, che ci impegna da mesi e che ci vede protagonisti di un progetto di messa in rete di bisogni, condivisi anche con altri soggetti del lavoro, della precarietà e del non lavoro. Punto importante, nei passaggi di conflitto promossi, è stato il primo sciopero provinciale degli operatori sociali, indetto l’8 giugno e culminato in una manifestazione regionale che ha visto in piazza duemila operatori sociali. La piattaforma dello sciopero sintetizza le nostre rivendicazioni e, soprattutto, dà il senso della complessità della nostra lotta, articolata su più livelli, da quello locale a quello nazionale.
Queste le nostre rivendicazioni:
- Ripristino del Fondo Sociale Nazionale, contro i tagli alla spesa sociale.
- Stanziamento di fondi adeguati, dalla Regione e dagli Enti Locali, per il pagamento di tutte le spettanze arretrate degli operatori sociali e del socio-sanitario.
- Reddito garantito universale ed incondizionato, contro la precarietà.
Il collettivo si incontra tutti i giovedì, alle 20.00, presso i laboratorio occupato Ska (Calata Trinità Maggiore).